La cultura del cambiamento
Il filosofo del divenire, Eraclito, sosteneva l’impossibilità per la stessa persona di entrare due volte nello stesso fiume perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo. Il tema del cambiamento e della trasformazione è al centro di tutto ciò che riguarda l’innovazione digitale e che abbiamo raccontato in uno degli ultimi appuntamenti di Management Revolution.

La spinta verso il cambiamento.
Fabio Moioli, Head of Consulting and Services di Microsoft Italia ha sottolineato come la vera trasformazione digitale richieda prima di tutto un nuovo mindset, che segue una iniziale fase di automazione ed efficientamento. E, come ha ribadito anche Antonio Ruggiero, Digital Advisor di Microsoft Italia, il primo passo per trasformare è dare forma a una nuova prospettiva culturale.
Stimolare all’apertura verso il cambiamento è, dunque, un presupposto indispensabile. Il punto di vista di Gabriele Benedetto, CEO di Telepass, ci ha permesso di esplorare un aspetto interessante: il condizionamento positivo generato dal cambiamento. La spinta verso la novità è, infatti, un approccio determinante nell’influenzare ulteriori trasformazioni. Come quella di un modello di business, che ha bisogno di un confronto costante e collaborativo tra le vecchie e le nuove linee, così come tra team intergenerazionali per poter trovare attuazione.
Ripensare un business model presuppone, inoltre, considerare e ascoltare le esigenze del cliente cui si offre un servizio o un prodotto, anticipandole là dove possibile. Significa tenere conto di specifici bisogni, che possono trovare un supporto nell’utilizzo dei dati a disposizione.

Innovare attraverso i dati.
Un orientamento data-driven è, infatti, vincolato al contesto di riferimento e necessita di apposite chiavi interpretative, perché il dato è sempre l’espressione di un più ampio fenomeno. Luigi Visani, CEO di EXOM, lo ha evidenziato a proposito del ruolo che i dati giocano nel settore medico-farmaceutico. Raccoglierli, gestirli, analizzarli è alla base di un approccio data-science, il cui sviluppo rappresenta una vera e propria sfida culturale, che tocca e deve toccare sempre di più ogni settore di business.
Prendere parte all’innovazione.
Rivoluzionare il modus operandi di una organizzazione può generare timori e perplessità. Affinché la digitalizzazione possa rivestire il ruolo di strumento strategico, tale da permetterci di guidare e non subire la trasformazione in atto, è essenziale che il change management sia gestito con il coinvolgimento di tutti coloro che vi partecipano, a ogni livello aziendale. Questa la visione che ha guidato il processo di automazione e di diffusione di una cultura della robotizzazione in Enel, descritta da Luca Proietto, Head of RPA Platforms.
Investire nelle persone è, dunque, la chiave per favorire qualsiasi tipo di cambiamento, anche il più tecnologico. Come raccontava proprio Fabio Moioli in una intervista, non si tratta di una “battaglia tra uomo e macchine” come alcuni profetizzano, ma al contrario di una collaborazione virtuosa, che vede ciascuno eccellere in ambiti differenti. Non esiste innovazione che non passi attraverso l’apporto umano, la sua creatività, il suo pensiero, le sue emozioni, la sua capacità di visione.