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Sara Del Bello -

Un modello data-driven: come cambiano competenze e organizzazioni

Innovazione, Mindset Revolution, Rivoluzione Digitale

La centralità dei dati è un tema oggi inevitabile. Non solo nel mondo del business, ma nel più ampio contesto sociale in cui ci troviamo, perché il processo di trasformazione digitale, in corso da tempo, è accompagnato da una contestuale crescita nella quantità di dati raccolti.

Che significa, quindi, essere guidati da un approccio data-driven? Ne abbiamo parlato con Mirella Cerutti, Regional Vice President di SAS, che ci ha raccontato come la sua esperienza professionale continui a essere mossa dalla curiosità di sperimentare e imparare, alla ricerca di soluzioni sempre nuove. Un atteggiamento essenziale nel mondo dei dati.

Diversi gli argomenti emersi durante l’incontro:

  • ruolo del middle management nei processi di innovazione
  • centralità delle competenze
  • nuovo approccio al lavoro di squadra
  • etica dei dati.

Il filo rosso è stato rappresentato da una forte attenzione verso una cultura del cambiamento, dove le aziende possono e devono giocare la propria parte.

Il middle management

Parlare di cambiamento significa parlare di innovazione, un processo che chiama in causa diversi aspetti e che – come ha sottolineato Cerutti – richiede una duplice direzione: bottom up e top down. Proprio qui emerge il ruolo chiave del middle management, leva strategica funzionale allo sviluppo di quelle trasformazioni organizzative che l’accelerazione dei tempi attuali rende sempre più necessarie.

Lifelong Learning e Teambuilding

Costruire e rafforzare competenze che forniscano gli strumenti necessari, non solo alla rilevazione dei dati, ma anche alla loro interpretazione e utilizzo diventa così un aspetto chiave. A ciò si lega anche la messa in comune di conoscenze ed esperienze che passa attraverso un nuovo approccio al lavoro di squadra: team cross-funzionali e intergenerazionali diventano elementi indispensabili alla realizzazione di un sistema più ampio, capace di varcare anche i confini della propria realtà aziendale. Si tratta, dunque, di ripensare il modo stesso di lavorare a partire da una visione prospettica di tipo olistico, che nasca anche dall’incontro di differenti bagagli formativi. Valorizzare tanto le discipline STEM quanto le materie umanistiche è un connubio imprescindibile.

Sviluppare nuove competenze manageriali vuol dire contribuire a un rinnovamento culturale più ampio, dove l’analisi del dato vada di pari passo con un insieme di capacità trasversali, necessarie a riconoscere e affrontare la complessità

Etica e digitale

Se l’elemento umano è alla base di ogni processo innovativo, allora l’etica del dato presuppone partire da questa consapevolezza. Vuol dire comprendere la funzione strumentale che i dati rivestono.

In altre parole, ogni dato necessita di una visione a più ampio raggio, capace di contestualizzarlo e leggerlo in modo critico. Un approccio data-driven può, infatti, essere soggetto all’errore umano – i cosiddetti bias sistematici – e necessita, pertanto, di una costante attività di debiasing.

Il più grande passo avanti consiste nel contribuire a un processo di umanesimo digitale, sempre più essenziale, al cui sviluppo partecipano attori e attrici differenti. E il management aziendale svolge un ruolo chiave nel favorire questa trasformazione culturale tale da valicare le barriere che limitano una prospettiva data-driven. I più grandi ostacoli non nascono infatti da aspetti tecnici – che richiedono comunque un rafforzamento – bensì culturali.

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Sara Del Bello

𝗖𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘁 & 𝗦𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹 𝗦𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁 | Team 𝗗𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶𝘁𝘆 & 𝗜𝗻𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻 presso DOING-Part of Capgemini | 𝗥𝗶𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗙𝗶𝗹𝗼𝘀𝗼𝗳𝗶𝗮 | Communication Consultant