Nella mente di ogni dottorando vi è il desiderio di approfondire un argomento poco battuto che possa avere un impatto significativo e di lunga durata per la società e le imprese. Ma la società cambia in fretta, l’attuale crisi del Covid-19 ne è una testimonianza e pertanto la difficoltà di selezionare l’argomento “giusto” è ancora più ardua. Il rischio è quello di indirizzare i propri studi verso tematiche che non hanno un’ immediata e diretta applicazione ai problemi reali e per la pragmaticità che mi contraddistingue, non era un pericolo che mi sentivo di correre.
Recentemente ho avuto la possibilità di approcciare ad un argomento di ricerca applicato a un’esigenza concreta aziendale attraverso i Joint Research Project, l’iniziativa ELIS per promuovere dei progetti di ricerca congiunti tra Università e Imprese.
L’obiettivo di questa attività è quello di attivare un dialogo costante che stimoli l’innovazione radicale e disruptive nelle imprese insieme alla ricerca applicata e ai problemi delle organizzazioni. I progetti, commissionati dalle aziende, sono realizzati da team composti da: un docente universitario, un PhD ed infine uno o più referenti aziendali che non sono semplici committenti ma partners dell’attività.
Il lato nuovo di questa sfida è sicuramente trovare la sintesi degli obiettivi dei 3 partners di progetto:
- L’Università è interessata a pubblicare una ricerca scientifica;
- L’azienda ha l’obiettivo di migliorare i processi e i prodotti;
- ELIS, si propone come punto di incontro di questi due mondi per consentire la condivisione reciproca di know-how.
Nella mia personale esperienza l’esercizio è stato quello di immaginare come l’AI possa migliorare la vita delle persone nelle aziende.

La recente evoluzione tecnologica, infatti, ha imposto l’utilizzo analitico di dati e informazioni nella gestione aziendale. Molte aziende hanno effettuato pertanto investimenti nel settore Big Data Analytics & AI negli ultimi anni, ma poche sono state le storie di successo con riferimento all’applicazione dei metodi e delle tecniche di analisi dati alla gestione efficace delle risorse umane. Eppure, ora che molte applicazioni dell’analytics hanno raggiunto una piena maturità in diversi settori – dalla gestione della customer experience a quello della predictive maintenance – è certamente interessante e utile sfruttare proficuamente le relative lessons learnt anche nel dominio delle risorse umane, in particolar modo per offrire supporto alla gestione del recruiting, dello sviluppo e della formazione della popolazione aziendale nelle grandi organizzazioni.
L’esigenza registrata per diverse aziende, nel corso di questa prima edizione dei Joint Research Project (nel dominio di innovazione People Analytics), sono:
- Fare uno screening veloce ed automatizzato dei curriculum vitae per far fronte al numero crescente di candidature ricevute;
- Assumere persone che siano in grado di ricoprire più ruoli (soprattutto per far fronte alle continue necessità di riadattamento).
- Catalogare in maniera dinamica le skills (sia degli employees che dei futuri assunti) per comprendere il potenziale di sviluppo e il fabbisogno formativo di ciascun dipendente in una società sempre più mutevole.
Tali esigenze abiliterebbero le organizzazioni verso:
- Una migliore reputazione dell’azienda nei confronti dei propri lavoratori e dei futuri applicanti (in ottica di employer branding)
- Una più alta motivazione degli employees;
- Azioni formative e percorsi di sviluppo più efficaci.
Le aziende, con il supporto di alcune Università italiane all’avanguardia in tema di classificazione ed estrazione delle competenze, hanno scelto di valorizzare i dati dei dipendenti per migliorare l’employee experience.